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Giovani Alfieri della Repubblica: eroi quotidiani premiati al Quirinale

Il 13 maggio, nel contesto solenne del Quirinale, il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, premierà 29 giovani e giovanissimi per le loro straordinarie azioni di solidarietà, altruismo e passione civica. Questi “Alfieri della Repubblica” rappresentano esempi luminosi di come la gioventù possa influenzare positivamente la società attraverso gesti di grande umanità e dedizione.

Alfieri della Repubblica: storie di coraggio e dedizione

Tra le storie emerse, spicca quella di Lorenzo, un ragazzo di soli 16 anni che ha scoperto una stella variabile. Questo corpo celeste, la cui luminosità cambia nel tempo a causa di fattori fisici, è stato riconosciuto e censito dall’American Association of Variable Star Observer e ora porta il suo nome.

Un’altra storia toccante è quella di Emanuele, che, tornando da scuola su un trenino regionale, ha impedito un omicidio grazie alla sua conoscenza della lingua rumena, salvando la vita della fidanzata di un uomo che minacciava di ucciderla.

Selim, 17 anni, ha assistito al collasso di una donna appena scesa da un autobus e, con un tempestivo massaggio cardiaco, le ha salvato la vita, spingendolo a diventare volontario della Croce Rossa.

Marta, di 15 anni, ha trasformato il dolore causato da una grave malattia in forza per aiutare gli altri, mentre Giulia usa la poesia come strumento per discutere temi come la democrazia e la parità di genere.

Musica e solidarietà

Letizia e Sofia, due figure emblematiche del potere curativo e unificante della musica, hanno usato il loro talento e la loro passione per offrire sostegno e conforto a comunità duramente colpite in Italia. In Emilia-Romagna, Letizia ha utilizzato la sua arte per portare sollievo nelle aree devastate da calamità naturali, creando momenti di distrazione e speranza attraverso performance e concerti che hanno contribuito a rialzare il morale degli abitanti locali. Allo stesso modo, in Sicilia, Sofia ha dedicato il suo impegno musicale a sostenere le comunità afflitte da ingiustizie sociali, utilizzando la musica come strumento per unire le persone e dare voce alle loro storie e lotte.

Attraverso queste iniziative, entrambe le artiste hanno dimostrato come la musica possa non solo intrattenere, ma anche agire come un potente mezzo di comunicazione e guarigione. La loro attività ha avuto un impatto tangibile sulle persone che vivono in queste regioni, fornendo non solo un senso di normalità e gioia in tempi di difficoltà, ma anche rafforzando il tessuto comunitario. Questi interventi hanno permesso a Letizia e Sofia di essere più di semplici musiciste; sono diventate simboli di resilienza e agenti di cambiamento, mostrando come la cultura e l’arte possano essere centrali nella risposta alle emergenze e nella costruzione di una società più giusta e solidale.

Giovani eroi di tutti i giorni

Altri giovani come Sebastiano, a soli 9 anni, hanno dimostrato coraggio e prontezza di spirito salvando vite in situazioni critiche. Irene, di 10 anni, ha appreso l’ucraino per aiutare un coetaneo fuggito dalla guerra, condividendo con lui non solo la merenda ma anche momenti significativi della vita quotidiana.

Riconoscimenti speciali

Il Presidente Mattarella ha anche riconosciuto le “azioni collettive” di solidarietà, come quella dei bambini della classe 5A di Trasacco, che hanno mostrato un incredibile spirito di inclusione rifiutandosi di continuare una gita scolastica senza un loro compagno disabile a causa di un guasto meccanico al pullman.

L’importanza della celebrazione

I riconoscimenti attribuiti a giovani come loro, che attraverso la musica hanno avuto un impatto significativo sulle loro comunità, trascendono il mero elogio delle loro azioni individuali per diventare un simbolo potente per la società intera.

Questi premi enfatizzano l’importanza di valori come l’empatia, il coraggio e il senso civico, specialmente in un’era spesso contrassegnata da egoismo e indifferenza. Le loro storie, celebrate come esempi di giovani Alfieri della Repubblica, servono da fonte di ispirazione e speranza, dimostrando che anche i più giovani hanno il potere di influenzare positivamente il mondo.

In un periodo caratterizzato da sfide globali complesse, l’impegno e la passione di questi giovani illuminano il cammino e offrono un modello di comportamento da emulare. Queste storie rafforzano l’idea che ognuno di noi, indipendentemente dall’età, può contribuire a costruire una società migliore. Attraverso il loro esempio, Letizia e Sofia mostrano che la forza di volontà e l’impegno possono realmente trasformare le comunità, fornendo non solo sollievo e conforto, ma anche stimolando un cambiamento più ampio, guidato dai principi di solidarietà e giustizia sociale.

Allarme amianto, i dati sui tumori fanno paura: ecco la situazione in Italia nel 2023

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Il pericolo amianto, secondo i dati diffusi negli ultimi giorni è sempre più concreto e forte anche alla luce della Giornata mondiale delle vittime di amianto.

Questo per molto tempo è stato considerato il miracolo dell’industria e della manifattura nel XX secolo per le sue notevoli proprietà.

Si tratta di un minerale dalle straordinarie proprietà, infatti è versatile, economico, indistruttibile, termoisolante, fonoassorbente e in passato veniva utilizzato soprattutto per coibentare ed isolare.

Grazie alle ricerche però si è evidenziato come le le fibre di amianto possono portare a asbestosi e a vari tipi di tumori.

Tra i più invasivi c’è il mesotelioma, che colpisce le pleure e il peritoneo, e colpisce soprattutto chi si espone all’amianto ed è fatale.

In Italia l’amianto è stato bandito dal commercio ma anche dall’industria nel 1992.

Già l’origine del suo nome ha tutto da dire: viene dal greco è significa «incorruttibile», «inestinguibile».

Ma quanto è pericoloso l’amianto? I dati diffusi  dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), fanno temere e non poco.

Secondo questi dati  i lavoratori esposti ad asbesto, a livello mondiale, sarebbero più di 125 milioni mentre i decessi correlati, circa 231mila ogni anno.

Ed in Italia cosa succede? Scopriamolo insieme.

Allarme amianto, i dati sui tumori fanno paura: ecco la situazione in Italia nel 2023

Oggi, dopo la diffusine dei dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e in occasione della Giornata mondiale delle vittime dell’amianto si torna a parlare di amianto.

Da anni ormai l’amianto, nei maggiori paesi europei, non si usa più.

Per oltre un secolo è stato usato nell’industria e nell’edilizia, dai piccoli elettrodomestici, ai pannelli di cemento-amianto, il cosiddetto Eternit, ai cartoni o prodotti per la coibentazione di tetti, fabbriche, navi e treni, per rivestire tubi, caldaie, turbine.  Insomma tutto e di più e come non ricordare negli anni 50 che la Philip Morris lo metteva anche nei filtri delle sigarette.

Questo diventa un vero e proprio pericolo quando si necessita di manutenzione.

Il vero problema scatta quando si rimuove o si deteriora spontaneamente. Il perché è presto detto poiché si possono liberare le fibre, potenzialmente inalabili e dannose.

Dunque finchè non si tocca non produce effetti negativi per la salute. Il problema scoppia soprattutto per la sicurezza di lavoratori del settore, dato che oggi quelli esposti.

Stiamo parlando soprattutto per i bonificatori. La preoccupazione aumenta anche a fronte dei recenti dati diffusi dall’OMS tanto che la lotta all’amianto rientra tra le priorità di “Ambiente e Salute” della stessa organizzazione per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile.

Negli ultimi 10 anni in Italia sono morti per malattie asbesto correlate circa 60mila persone. Soltanto nel 2023 l’Osservatorio nazionale amianto ha censito circa 2000 casi di mesotelioma, con un indice di mortalità, di circa il 93% dei casi.

Allarme Amianto, ecco i dati dell’Italia nel dettaglio.

Allarme Amianto in Italia è tornato alto: l’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) stima ad oggi circa 4.400 vittime annuali.

In tutto il Paese si contano circa 40 milioni di tonnellate di amianto sparso tra scuole, biblioteche e ospedali.

Nel dettaglio ci sarebbero circa  2.400 scuole, 1.000 biblioteche e 350 Ospedali (dati anno 2022).

Le bonifiche sono in ritardo e moltissime sono le aree contaminate tanto che la mortalità per tumore in alcune zone è molto elevata.

Con la legge 257/92, l’amianto, in Italia è stato bandito, ma senza imporre la bonifica e pertanto numerosi edifici presentano il minerale.

 Ogni anno ci sono 10mila nuove diagnosi di tumore in prevalenza uomini professionisti ed  operai attivi negli stabilimenti o nei siti militari.

I maggiori numero di casi diagnosticati con dati compresi tra 1.500 e 1.800, sono: la Lombardia, il Piemonte, la Liguria e il Lazio.

Insieme queste regioni rappresentano oltre il 56% dei casi.

Ecco la situazione degli edifici

Ancora nel 2024 si parla del pericolo amianto: in Italia come abbiamo già detto sono ancora presenti 40 milioni di tonnellate di amianto ripartito in 1 milione di siti e micrositi.

In 2.500 scuole c’è ancora una forte presenza del minerale a all’interno di questi edifici ci sono 352.000 alunni e 50.000 soggetti del personale docente e non docente.

Non va meglio per le biblioteche e gli ospedali: qui le componenti di amianto si trovano nelle strutture e/o negli impianti tecnici, in particolare termici, elettrici e termoidraulici.

E non vanno dimenticati gli acquedotti pubblici, sono in tutto 500.000 km di tubature, dove è presente l’amianto.

 Con l’attività di manutenzione, terremoti e sciami sismici c’è il rischio che l’acqua potabile sia contaminata dall’amianto.

Lattosio: perché fa male? È colpa di un enzima

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Negli ultimi anni, sempre più persone scelgono di consumare alimenti ‘senza latte’. Vi siete mai chiesti perché il lattosio viene considerato quasi una specie di demonio? Vediamo perché fa male e se davvero una dieta priva di latticini & co è salutare.

Lattosio: perché ad alcune persone fa male?

Alcune persone – tante a dire la verità – hanno difficoltà a digerire il latte. Alcuni preferiscono eliminarlo completamente dalla dieta, mentre altri optano per prodotti senza lattosio. Questi ultimi vengono creati tramite due metodi biotecnologici diversi: inserendo l’enzima lattasi alla bevanda, oppure con un meccanismo che separa meccanicamente il latte dal lattosio. A prescindere da ciò, vi siete mai chiesti perché ad alcune persone fanno male i latticini?

Per digerire il latte è necessario un enzima, la lattasi, che divide il lattosio, una molecola di zucchero, in due molecole più piccole: il glucosio e il galattosio. Le molecole, ora di dimensioni ridotte, possono essere assorbite senza problemi dall’intestino tenue. Alcune persone, però, hanno bassi livelli di lattasi nel loro corpo. Questo significa che la digestione del lattosio avviene solo in seguito, nell’intestino crasso, tramite i batteri intestinali.

Di conseguenza, quanti hanno intolleranza al lattosio hanno parecchi problemi, come: diarrea o stitichezza, crampi addominali, gonfiore/meteorismo e flatulenza. Inoltre, possono manifestarsi anche nausea, mal di testa, spossatezza ed eruzioni cutanee.

Dieta senza lattosio: è davvero salutare?

Il lattosio è uno zucchero del latte presente in quasi tutti i suoi derivati. E’ per questo che quanti hanno problemi con il latte eliminano completamente questi cibi dalla propria alimentazione. E’ corretto, oppure è un comportamento del tutto/parzialmente sbagliato? Dipende. Quanti hanno un’allergia o un’intolleranza accertata fanno assolutamente bene a modificare la dieta, gli altri invece dovrebbero capire qual è la causa delle difficoltà digestive prima di prendere una decisione tanto drastica.

A lungo andare, infatti, l’esclusione di latte e formaggi dall’alimentazione può causare la riduzione da parte dell’organismo della lattasi, l’enzima che ne permette la digestione. Di conseguenza, coloro che non mangiano più latticini senza avere diagnosi accertate rischiano di diventare intolleranti ad alimenti di questo tipo. Ovviamente, c’è anche il rischio di carenze alimentari, in particolare di calcio e proteine essenziali.

Nel momento in cui si decide di eliminare il lattosio dall’alimentazione è consigliato chiedere consiglio ad un nutrizionista. Oggi, infatti, in commercio ci sono tanti prodotti vegetali che garantiscono le stesse sostanze nutritive di latticini & Co. In casi particolari, lo specialista potrebbe anche consigliare di assumere integratori di calcio per prevenirne la carenza.

Meghan Markle sbarca su Netflix con un programma di cucina e lifestyle

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Meghan Markle torna in televisione con un programma di cucina e lifestyle. Il format sbarcherà su Netflix e la vede dietro i fornelli per spiegare ai telespettatori le sue abitudini alimentari e tanti altri hobby che l’appassionano. Da sempre amante del buon cibo e dell’ottimo vino, la moglie di Harry d’Inghilterra si prepara a coronare un altro suo grande sogno.

Meghan Markle torna in tv: per lei un programma su Netflix

Fin dai suoi esordi nel mondo dello spettacolo, Meghan Markle non ha mai nascosto si essere una buona forchetta. Pensate che il nome del suo blog – The Tig – prendeva ispirazione proprio da un vino italiano, il Supertuscan Tignanello. Oggi, dopo essersi affermata come attrice, aver sposato il principe Harry d’Inghilterra e interrotto i rapporti con la Royal Family, sta per realizzare un suo grande sogno: condurre un programma di cucina e lifestyle. Il format sbarcherà su Neflix, dove ormai lei e il marito sono di casa.

Dopo la docuserie sulla vita di coppia, dove appariva anche Harry, e la produzione Heart of Invictus, dedicata agli atleti veterani di guerra, Meghan torna in video da sola. Il programma è prodotto dalla loro società Archewell Productions, in collaborazione con la Boardwalk Pictures, che ha firmato format famosi come Chef’s Table di Netflix. Inoltre, ci saranno Michael Steed, regista di show di un certo livello, quali Anthony Bourdain: Parts Unknown in onda su BBC, e Leah Hariton, showrunner della trasmissione Selena + Chef, con protagonista Selena Gomez.

Il programma che vedrà la Markle dietro i fornelli non si occuperà solo di cucina, ma anche di giardinaggio, di beauty e di lifestyle in generale. Le riprese dovrebbero iniziare proprio in questi giorni, in una location affittata proprio per l’occasione.

Meghan Markle: la location del programma in onda su Netflix

Stando alle prime indiscrezioni, il programma che condurrà Meghan Markle su Netflix andrà in onda da una location scelta dalla stessa duchessa. Si tratta di una villa situata a Montecito, in California, dove i Sussex vivono ormai da anni. La dimora è stata presa in affitto proprio per il format, pertanto la cucina che si vedrà in video non è quella dove l’attrice prepara ottimi manicaretti per la sua famiglia.

Molto probabilmente, il format sarà collegato anche al nuovo progetto imprenditoriale di Meghan, American Riviera Orchard. Quest’ultimo è stato lanciato proprio nei giorni scorsi, con l’invio di una serie di marmellate in edizione limitata ad alcune influencer, tra cui la stilista Tracy Robbins.

Al momento, non c’è ancora una data ufficiale per il debutto su Netflix. A breve dovrebbero iniziare le registrazioni, per cui la messa in onda potrebbe slittare anche a fine estate o addirittura in autunno.

Truffa del capo, in pericolo i dipendenti di molte aziende: cosa fare per proteggersi

La truffa del capo torna a colpire i lavoratori di diverse aziende italiane con il fine illecito di svuotare conti corrente. La peculiarità di questo raggiro sta nel fatto che non si tratta di vere e proprie e-mail o sms phishing facilmente individuabili, ma di messaggi provenienti dal finto capo dell’azienda per cui si lavora. Scopriamo dunque come fare ad accorgerci della truffa e cosa fare nel caso in cui si dovesse essere vittime del raggiro.

La truffa del capo colpisce ancora: come individuarla

Era da un po’ che non si sentiva parlare di questo inganno, ma dopo un recente caso di cronaca avvenuto in Veneto, segnalato alla Polizia di Stato di Verona, l’argomento è tornato attuale ed è necessario informasi per evitare di cadere in questa operazione altamente illegale. Lo scopo dei truffatori è solo uno: prosciugare i conti corrente della proprie vittime.

I truffatori non utilizzano banali e sospetti messaggi che fanno pensare subito al phishing con annessi link ingannevoli. Nella truffa del capo i criminali informatici sanno bene chi colpire: i dipendenti che figurano in organigrammi di aziende. Ma come fanno ad individuarli? Semplice, consultando i siti internet delle aziende dove sono riportati i loro lavoratori e i rispettivi ruoli.

Nella maggior parte dei casi di truffa del capo le vittime sono quasi sempre manager di medio livello o dipendenti degli uffici contabili. Il motivo per cui sono colpite queste categorie di lavoratori è da ricercare nella possibilità di questi ultimi di poter accedere o ai dati economici di un’azienda o perché potrebbero essere contattati con più facilità dal proprio capo.

Individuare questa truffa non è semplice perché il messaggio arriverà direttamente da una persona che si spaccia per il CEO (ossia il capo) dell’azienda per non destare sospetti e rendere il tutto più credibile.

Cosa fare se ci si imbatte nella truffa del capo

Una volta individuata la truffa che consiste in un messaggio inusuale da parte del CEO dell’azienda per cui si lavora è necessario intervenire in maniera immediata. La prima cosa da fare è non rispondere al messaggio ne assecondare le richieste fatte dal finto capo che di solito consistono in bonifici su conti correnti, soprattutto esteri, di ingenti somme di denaro.

Successivamente sarà opportuno fare una verifica interna provando a contattare gli uffici competenti che controlleranno direttamente la veridicità del messaggio e delle conseguenti richieste.

Constatato che si tratti di una truffa sarà opportuno denunciare il tutto anche alle forze dell’ordine che procederanno con le indagini del caso.

Leggi anche: Attenti alla truffa PosteInfo, arriva un falso SMS: come riconoscerla e difendersi

Inter Torino, dove vederla in TV e le probabili formazioni

Dopo la vittoria dello scudetto l’Inter è pronta a festeggiare con i suoi tifosi al termine della sfida contro il Torino: ecco dove vederla in TV e in streaming e le probabili formazioni.

La 34^ giornata di Serie A

L’Inter ospita a San Siro il Torino dopo la vittoria dello scudetto, matematicamente ottenuto con la partita nella gara contro il Milan, con i nerazzurri che devono fare a meno di Dumfries (squalificato dopo l’espulsione della scorsa giornata).

Dall’altra parte, il Torino arriva a Milano dopo 3 gare senza vittoria, alla ricerca di tre punti importanti per tener vivo il sogno europeo della squadra di Juric.

Inter Torino, dove vederla in TV e in streaming

La partita è visibile a tutti gli abbonati DAZN a partire dalle 12:30 di domenica 28 aprile 2024. La sfida può essere seguita anche attraverso l’applicazione DAZN presente sul decoder Sky Q.

La gara è disponibile in streaming grazie alle app ufficiali di DAZN, Sky Go e Now TV, scaricabili gratuitamente dagli store dei dispositivi mobile.

Le formazioni

Per l’Inter in difesa scalpita Bisseck, anche se al momento Pavard pare in vantaggio. Sulla destra, senza lo squalificato Dumfries, Darmian parte dal primo minuto, mentre Dimarco potrebbe lasciare spazio a Carlos Augusto. Davanti Lautaro e Thuram vanno verso la conferma anche se non è da escludere la partenza dal primo di Arnautovic e Sanchez.

In casa Torino, Juric punta a schierare l’11 titolare migliore possibile. In difesa spazio a Tameze, Buongiorno e Rodriguez. A centrocampo Ricci dovrebbe sostituire lo squalificato Linetty, mentre in attacco Sanabria dovrebbe tornare titolare a discapito di Okereke.

INTER (3-5-2): Sommer; Pavard, Acerbi, Bastoni; Darmian, Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan, Dimarco; Lautaro Martinez, Thuram

TORINO (3-4-1-2): Milinkovic-Savic; Tameze, Buongiorno, Rodriguez; Bellanova, Ricci, Ilic, Vojvoda; Vlasic; Sanabria, Zapata

Le quote dei bookmakers

Nonostante il campionato già chiuso i bookmakers danno ampiamente in vantaggio l’Inter, con l’1 dato a 1.44. Segue poi l’X a 3.80, mentre la vittoria del Torino è data addirittura a 6.50.

Intanto in casa nerazzurra è tutto pronto per la grande festa che colora le vie di Milano di nerazzurro.

Dichiarazioni controverse del Generale Vannacci scatenano il dibattito pre-elezioni europee

Recentemente, il generale Roberto Vannacci, candidato con la Lega per le prossime elezioni europee, ha rilasciato un’intervista a “La Stampa” che ha suscitato forti reazioni nel panorama politico italiano. Le sue affermazioni riguardanti l’educazione degli studenti con disabilità, la sua visione sull’aborto, e i commenti su figure storiche controversie come Mussolini, hanno alimentato un acceso dibattito.

Classi separate per studenti con disabilità

Nell’intervista, il generale Vannacci ha proposto l’idea di classi separate per gli studenti con disabilità, sostenendo che ciò potrebbe permettere agli studenti con maggiori difficoltà di ricevere un aiuto più specifico. Ha paragonato la situazione a non far correre un disabile con un atleta che fa il record dei cento metri, suggerendo che, sebbene possano partecipare insieme per lo spirito di appartenenza, i bisogni specifici dovrebbero essere gestiti separatamente.

Questa posizione ha scatenato una forte opposizione, con critici che hanno paragonato le sue parole a concetti promossi durante il nazismo. Raffaella Paita, senatrice e coordinatrice nazionale di Italia Viva, ha etichettato le parole di Vannacci come un echi di ideologie pericolose e passate.

Controversie su Mussolini e aborto

Oltre alle sue dichiarazioni sull’educazione, il generale Vannacci ha anche toccato argomenti storici e sensibili come il fascismo e l’aborto. Ha difeso la libertà di esprimere opinioni senza essere etichettato come antifascista e ha descritto Mussolini come uno statista, paragonandolo a figure come Cavour e Stalin, una posizione che ha inevitabilmente suscitato ulteriori critiche.

Sull’aborto, ha espresso la visione che esso sia una “infelice necessità” piuttosto che un diritto, una posizione che contrasta fortemente con le attuali leggi italiane e le normative europee che riconoscono l’aborto come un diritto della donna.

Le richieste di distanziamento

Le dichiarazioni del generale Roberto Vannacci hanno scatenato un’ondata di reazioni, superando i confini della semplice critica per toccare questioni di risposta politica ufficiale. Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera, ha espresso una reazione particolarmente forte, chiedendo alla ministra della Disabilità, Locatelli, di dissociarsi pubblicamente dalle parole di Vannacci, che ha descritto come “un orrore”. Questa richiesta sottolinea la gravità percepita delle affermazioni e l’importanza di una presa di posizione chiara e decisa da parte dei membri del governo.

L’incidente arriva in un periodo particolarmente sensibile, poiché la Lega di Matteo Salvini è in piena preparazione per le imminenti elezioni europee. In questo contesto, le parole di Vannacci possono rappresentare un’incognita per la campagna elettorale del partito. La possibilità che queste affermazioni influenzino negativamente l’immagine della Lega potrebbe costringere il partito a una riflessione strategica, specialmente se l’opinione pubblica dovesse reagire negativamente. Salvini e il suo partito potrebbero trovarsi nella posizione di dover chiarire la loro posizione rispetto ai temi sollevati da Vannacci per evitare danni alla loro immagine e coerenza politica.

Le implicazioni di tali dichiarazioni non sono limitate alla politica interna, ma si estendono anche al panorama europeo, dove le questioni di valori e di posizionamento etico dei partiti giocano un ruolo cruciale. Di conseguenza, la gestione di questa situazione da parte della Lega potrebbe rivelarsi un momento decisivo nella definizione del loro profilo politico sia a livello nazionale che internazionale.

La riflessione su Vannacci

Le recenti dichiarazioni del generale Roberto Vannacci hanno aperto un dibattito significativo sulla rappresentanza politica e i valori che ci aspettiamo dai nostri leader. Queste affermazioni, che toccano temi fondamentali come l’etica, la responsabilità e la visione politica, sollevano interrogativi critici sulla direzione in cui si muovono i nostri sistemi politici. La maniera in cui il pubblico e i politici risponderanno a tali dichiarazioni potrebbe avere un impatto decisivo sul clima politico e sociale non solo in Italia, ma anche in un contesto europeo più ampio.

Con le elezioni imminenti, l’eco di queste discussioni è destinata a influenzare l’opinione pubblica e a modellare le campagne elettorali. I cittadini, infatti, potrebbero sentirsi spinti a riflettere più profondamente sul tipo di leadership che desiderano e sui valori che ritengono indispensabili per i loro rappresentanti. Inoltre, la reazione dei partiti e dei politici a queste affermazioni può rivelare molto sul loro allineamento etico e sulla loro volontà di adattarsi o resistere a cambiamenti nel panorama politico.

In questo contesto, la capacità dei leader di rispondere in modo autentico e di prendere posizioni chiare può rafforzare la fiducia degli elettori o, al contrario, esacerbare il disincanto politico. Quindi, le ripercussioni di queste discussioni sono fondamentali non solo per la definizione del risultato delle prossime elezioni, ma anche per il futuro del dibattito politico e della coesione sociale in Italia e oltre.

Ecco i 4 segni zodiacali con più serial killer e che faresti meglio a tener d’occhio

C’è davvero un legame tra la data di nascita di un serial killer e il suo segno zodiacale? Se siete appassionati di true crime e astrologia siete arrivati nel posto giusto.

Anche se l’astrologia non è una vera e propria scienza, non si può negare che ci sia un fondo di verità nell’analisi dei comportamenti delle persone. Almeno una volta nella vita ti sarai trovato a fare una ricerca sui segni zodiacali.

Infatti, sono in molti che hanno cercato di rispondere alla domanda: quali sono i segni zodiacali con più serial killer? Tra tutti i segni ce ne sono quattro che saltano all’occhio e non può essere solo una coincidenza!

I 4 segni zodiacali con più serial killer e cosa li rende così pericolosi

L’astrologia non è una scienza affidabile però a volte può essere una buon punto di partenza per conoscere chi ci circonda. Per questo motivo abbiamo cercato i segni zodiacali dei serial killer più noti:

4. Pesci

Il segno conosciuto per la sua tolleranza e sensibilità spesso non è in grado di gestire le emozioni proprie e altrui, rendendo comprensibile che a volte possa perdere il controllo. Tra i tanti serial killer che cadono nel segno dei pesci c’è Charles Cullen.

3. Vergine

Sospettato per trenta ma condannato per quattro omicidi Dean Curter è della vergine, segno della dea del grano e dell’agricoltura ben conosciuto per il suo approccio sistematico alla vita e per essere perfezionista fino al midollo.
Non stupisce, quindi, che è proprio questo segno ha poter fare l’omicidio perfetto… O una serie di omicidi perfetti.

Leggi anche: Quali sono i 3 segni zodiacali meno empatici di tutti?

2. Sagittario

Il serial killer statunitense Ted Bundy, noto per almeno una trentina di omicidi di giovani donne tra 1974 e il 1978, è del sagittario; segno desideroso di libertà ma spesso questo può sfociare nell’irresponsabilità e nell’essere spericolato… Sarà per questo che potrebbe scapparci il morto?

1. Gemelli

Indovinate di che segno era Jeffrey Dahmer, esatto: gemelli! È un segno creativo e socievole, ma al contempo volubile e irrequieto. Questa dualità che lo caratterizza lo rende un segno imprevedibile e pericoloso.

Carta Acquisti e Dedicata a te, doppio bonus spesa di 940 euro in arrivo: ecco per chi

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Continua la missione del governo Meloni sul supporto delle fasce deboli della popolazione italiana. Dopo il rinnovo di alcuni bonus come quello della Luce e del gas, arriva la conferma di un doppio Bonus Spesa.

Si tratta di un agevolazione che potrebbe arrivare fino a 940 euro tra Carta Dedicata a te e Carta Acquisti.

Si tratta in realtà di un doppio Bonus legato a due misure erogate lo scorso anno: la Carte Dedicata a te è stata erogata dall’Inps in collaborazione con i comuni e Poste Italiane ma ancora non è attiva mentre la Carta Acquisti è già attiva.

Si tratta di due misure tra loro compatibili a cui si accede rispettando regole differenti.

Potrebbero perciò esserci famiglie che potrebbero beneficiare di entrambe mentre altre di una o dell’altra.

Nella migliore delle ipotesi dunque si potrebbe arrivare a 1.000 euro che secondo alcune ricerche potrebbe soddisfare la spesa alimentare per una famiglia di medie dimensione per circa 3 mesi.

Ma chi può beneficare e quali requisiti bisogna rispettare? Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Carta Acquisti e Dedicata a te, doppio bonus spesa in arrivo di 940 euro: ecco chi le riceverà

Continuano le agevolazioni per le famiglie italiane: dopo i vari bonus bolletta gas e luce potrebbe arrivare un doppio bonus spesa da 940 euro per gli italiani.

In realtà si tratta, come abbiamo detto della somma di due Bonus, la Carta acquisti, dall’altra la Carta Dedicata a Te.

Anche se quest’ultima non è ancora operativa potrebbe diventarlo presto, insieme alla Carta Acquisti le famiglie che rispettano i requisiti potrebbero ottenere quasi mille euro per la precisione 940 euro, una cifra di tutto rispetto per le famiglie.

Novecentoquaranta, per la precisione, che sarebbero un aiuto non indifferente per le famiglie più in difficoltà.

La nuova Carta Dedicata a te, ancora non erogata potrebbe passare a 460 euro dai 382,50 euro previsti da spendere per beni di prima necessità, benzina ed abbonamenti del trasporto pubblico.

Per poterne usufruire l’ISEE non deve superare i 15.000 euro tenendo conto di alcuni parametri, e l’accredito dei 460 euro verrà fatto sulla stessa prepagata messa in circolazione a luglio 2023.

Proprio presso gli uffici postali i beneficiaria avvisati dai comuni hanno potuto ritira le card con l’importo già accreditato.

Va detto che la Carta Dedicata a te spetta a chi non beneficia di altri sostegni, come ad esempio l’Assegno di inclusione o il Supporto per la formazione e il lavoro.

A differenza della Carta acquisti, però, non se ne deve fare domanda: l’assegnazione avviene in automatico grazie alla collaborazione tra Comuni, Inps e Poste Italiane.

Proprio quest’ultima gestisce la carta con la quale si possono acquistare solamente alcuni generi alimentari, carburante o per gli abbonamenti ai mezzi pubblici.

Carta Acquisti, ecco come richiederla e i requisiti

La restante parte del doppio Bonus di 940 euro, arriva dal secondo Bonus spesa o meglio dalla Carta Acquisti, uno strumento che permette di ottenere altri 480 euro alle famiglie che presentano determinati requisiti.

Infatti nel nucleo familiare deve essere almeno un componente minore di 3 anni o maggiore di 65 anni.

Questi, hanno diritto a una carta acquisti ricaricabile con 40 euro mensili anche se l’accredito è bimestrale.

La carta acquisti può essere usata nei supermercati e negozi alimentari, in farmacie e parafarmacie ma non tutti sanno che è possibile usarla anche per pagare le bollette.

La domanda può essere inviata presso gli uffici di Poste italiane, e per poterla inoltrare è necessario soddisfare dei requisiti economici: le famiglie devono avere un Isee non superiore a 8.052,75 euro (valore aggiornato al 2024).

Se la carta acquisti è stata richiesta per un over 65, si guarda anche ai redditi percepiti dai singoli componenti che non devono superare gli 8.052,75 euro, limite che per chi ha compiuto 75 anni sale a 10.737 euro.

Inoltre non si deve essere proprietari di:

  • più di una utenza elettrica domestica (anche se non domestica);
  • più di due utenze del gas;
  • più di due autoveicoli;
  • più di un immobile a uso abitativo con una quota superiore o uguale al 25%;
  • immobili non a uso abitativo con una quota superiore o uguale al 10%;
  • patrimonio mobiliare superiore a 15.000 euro.

Le differenze tra le due agevolazioni

C’è molta confusione tra le due misure: Carta Dedicata a Te e la Carta acquisti non sono la stessa cosa.

Le due prestazioni sono compatibili tra loro e pertanto una stessa famiglia può beneficiare di entrambe le card se si rispettano i requisiti.

Le due misure molto simili, permettono di ottenere un Bonus spesa di 940 euro. Entrambe sono emesse  da Poste Italiane e pensate per aiutare le famiglie in stato di necessità ma funzionano in maniera diversa.

La Carta acquisti viene richiesta e assegnata a chiunque rispetti determinati requisiti, mentre la Carta Dedicata a Te viene automaticamente dall’INPS.

Chiara Ferragni, buco finanziario da 4 milioni: alla ricerca di nuovi soci e liquidità

Fenice Srl, la società che gestisce il marchio dell’influencer di fama mondiale Chiara Ferragni, sta affrontando una significativa crisi finanziaria con un deficit nei conti di 4 milioni di euro. Questo deficit potrebbe minacciare la continuità operativa dell’azienda, spingendo la Ferragni a cercare urgentemente nuovi investitori e un’iniezione di capitale per garantire il futuro della società.

Chiara Ferragni: 6 milioni per non fallire

Il bilancio provvisorio di Fenice Srl, come riportato da “Il Messaggero”, evidenzia una situazione finanziaria critica, con una perdita di esercizio che si aggira intorno ai 4 milioni di euro. Questo deficit sostanziale ha reso imperativa una ricapitalizzazione immediata per salvaguardare la continuità operativa e finanziaria dell’azienda. In risposta a questa urgente necessità, Chiara Ferragni, figura di spicco dell’azienda, sta attivamente cercando di raccogliere almeno 6 milioni di euro in nuova liquidità.

Questo sforzo di raccolta fondi è cruciale non solo per coprire le perdite attuali, ma anche per posizionare l’azienda su una base più stabile per future operazioni e investimenti. La somma mirata di 6 milioni di euro rappresenta un passo proattivo per rafforzare il bilancio di Fenice Srl, permettendo all’azienda di affrontare eventuali sfide impreviste e di perseguire opportunità di crescita senza la pressione immediata delle restrizioni di flusso di cassa.

Questa manovra di ricapitalizzazione è un elemento chiave nella strategia di gestione della crisi di Ferragni, che dimostra una leadership responsabile e orientata al futuro. Riuscire a garantire questa nuova liquidità sarà essenziale per il rafforzamento e il rilancio delle attività di Fenice Srl, e per mantenere la fiducia degli investitori e dei partner commerciali nell’affrontare un periodo così turbolento.

Potenziali nuovi soci

Nel tentativo di stabilizzare e rilanciare Fenice Srl, si discutono potenziali investimenti da parte di figure chiave nel settore aziendale e della moda. Paolo Barletta e Lorenzo Castelli, già noti per il loro coinvolgimento in Alchimia Spa, il principale azionista di Fenice, sono tra i candidati considerati per unirsi come nuovi soci. La loro esperienza pregressa con Alchimia Spa potrebbe garantire una transizione fluida e una continuità nella visione strategica, elementi cruciali per il rilancio dell’azienda.

Inoltre, emergono altri nomi significativi nel panorama degli investitori potenziali, tra cui Francesco Trapani, legato al family office Vom Investment, e Marco Bizzarri di Nessifashion. La partecipazione di queste personalità potrebbe non solo portare un’iniezione di capitale fresco, ma anche una nuova direzione strategica e un’ampia rete di contatti nel settore del lusso e della moda. Francesco Trapani, con la sua esperienza nel lusso, avendo guidato brand di grande calibro, e Marco Bizzarri, noto per le sue competenze nel rinnovare e espandere marchi globali di moda, potrebbero apportare una visione e un approccio innovativi per il futuro di Fenice.

Queste potenziali collaborazioni sottolineano un interesse significativo nel salvataggio e nel rafforzamento della posizione di mercato di Fenice, mostrando come la sinergia tra esperienza consolidata e nuove strategie possa essere determinante nel mondo degli affari, soprattutto in tempi di incertezza economica. L’arrivo di nuovi soci con un forte background nel settore potrebbe quindi rappresentare una svolta decisiva per il futuro della società di Chiara Ferragni, offrendo nuove opportunità di crescita e sviluppo.

Il futuro di Fenice srl

Nonostante le difficoltà finanziarie, dal punto di vista patrimoniale la società sembra non avere problemi critici, anche se è previsto che possa chiudere l’anno in rosso per 1,5 milioni di euro. La situazione è complicata dal sodalizio tra Ferragni e il manager Fabio Maria Damato, che sembra essere giunto al capolinea. In caso di conclusione del loro rapporto professionale, si prevede una liquidazione che potrebbe raggiungere le sei cifre.

Il giro d’affari di Fenice è sceso drasticamente, passando da 14-16 milioni di euro a soli 7-8 milioni nell’ultimo anno, con un utile di 3,4 milioni registrato l’anno precedente.

Le altre imprese di Chiara Ferragni

Chiara Ferragni non è solo la faccia di Fenice Srl. L’influencer gestisce anche altre due società: TBS Crew Srl, che si occupa dell’editoria del suo blog The Blonde Salad, e Ferragni Enterprise, che gestisce le sue proprietà immobiliari. Ferragni Enterprise è quasi interamente posseduta da Chiara, con una piccola quota dello 0,1% intestata alla madre, Marina Di Guardo.

Questa società è quasi interamente di proprietà di Chiara, ad eccezione di una piccola quota dello 0,1% detenuta dalla madre, Marina Di Guardo, che sottolinea un legame familiare anche negli affari.

Tuttavia, nonostante il successo e l’espansione delle sue imprese, la situazione attuale di Fenice Srl presenta delle sfide che richiedono attenzione immediata. La necessità di interventi rapidi e significativi è cruciale per assicurare la stabilità finanziaria e la continuità operativa della società. Questo potrebbe includere la ristrutturazione dei debiti, la revisione delle strategie di investimento, o l’implementazione di nuove politiche aziendali che rispondano meglio alle dinamiche di mercato attuali. Per Chiara Ferragni e il suo team, sarà fondamentale adottare misure efficaci per navigare attraverso questi ostacoli e mantenere la solidità delle sue attività commerciali, consolidando così la sua posizione nel competitivo panorama dell’imprenditoria digitale e immobiliare.